lunedì 28 febbraio 2011

In attesa della caduta di gheddafi, Bengasi riapre

Questo l'interno di uno dei bunker di Gheddafi, preso dai manifestanti



Stiamo aspettando pazientemente la notizia della cattura, delle dimissioni o della fuga di gheddafi. Nel frattempo, scene di festeggiamenti in tutta la Cirenaica in attesa della caduta definitiva del futuro ex presidente. A Bengasi i negozi sono di nuovo aperti, internet è attiva e la vita scorre di nuovo normale.

Le altre nazioni che hanno sperimentato i primi movimenti di rivoluzione in questi giorni sono Oman e Kenia e più vicino a noi disordini in Croazia, dove alcuni giovani hanno lanciato pietre e bastoni alla polizia e gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni. Nel frattempo, 1.000 persone hanno manifestato nella città orientale di Osijek chiedendo le dimissioni del governo. Per l'agenzia di stampa Hina, entrambe le proteste sono state organizzate su facebook.

In Oman, i manifestanti hanno fatto al barbecue il palazzo del governo.

Continuano anche le proteste in Winsconsin, con i manifestanti che non lasciano il parlamento locale.


Tunisia, proteste e dimissioni

Una delle variabili critiche di queste rivoluzioni è la capacità dei manifestanti di tornare in piazza ad ogni segno di dirottamento del movimento stesso. Ogni volta che il percorso va fuori dal seminato le persone dovranno tornare rapidamente in piazza per far capire chi comanda e sopratutto ricordarsi che le persone sono in realtà una sola.

Ed in Tunisia la popolazione è tornata in piazza: il gattopardesco regime continuava a mantenere il potere. Ed il primo ministro Gannoushi si è dovuto dimettere.


Egitto, la folla fa valere le sue ragioni

Di nuovo in piazza Tahrir per chiedere transizione rapida, la folla ha subito una carica da parte dell'esercito. Poco dopo, con un comunicato ufficiale, l'esercito ha ammesso l'errore, ha porto le sue scuse ed ha assicurato che l'incidente non si sarebbe ripetuto in futuro.

Ieri alcune camionette simili a quelle che portano polizia in assetto antisommossa procedevano veloci verso i manifestanti. I canti si sono trasformati in grida di guerra ed i manifestanti si sono messi a correre contro le camionette, che hanno fatto rapidamente marcia indietro e sono fuggite.

Quando si dice essere determinati, ma soprattutto uniti.

In Yemen, altre 3 clan tra i più importanti del paese si sono uniti ai manifestanti.

Saluti felici

Felice Capretta

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